martedì 21 agosto 2012

Alcuni appunti e pensieri su personaggi e temi de Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno


E' difficile riuscire a scrivere a caldo, di getto, dopo quasi tre ore di pellicola che ancora ti formicolano addosso. Promettersi di evitare gli spoiler o chiari riferimenti alla trama in sè è già duro, figurati l'evitare di non riversare sullo schermo fiumi in piena di parole ricche di tutte quelle emozioni che il film ti ha lasciato. Eppure un'analisi, una valutazione è d'obbligo, ancora più sentita se quella di cui parliamo è la fine di una trilogia. Ci sono state poche trilogie ( e sottolineo il fatto che debbano essere tre film ) che ti sono rimaste. Qualcuno potrebbe citarmi il lontano 1977 e Star Wars e la prima trilogia, ma per quanto lo adori, non ero ancora nato, non vivevo quel tempo. Matrix? Si regge a malapena in piedi grazie al primo. Sicuramente va menzionata la saga della Terra di Mezzo, un discorso a parte. Ma questa è la trilogia che ha vissuto la mia generazione e in un senso più pastellato 'parla' della mia generazione.
Non voglio dilungarmi troppo ( e già sento che lo sto facendo ), ma vorrei trattare prima della trilogia, poi del finale di essa. Ma per parlare di questa saga vorrei partire da tanti anni fa, quando Tim Burton diede alla luce due splendidi film sull'eroe DC. Non voglio mettere a confronto le due saghe, sarebbe un discorso puramente estetico e superficiale, ma voglio esaltarne le differenze. La prima era la trasposizione cinematografica del fumetto dark, i toni scuri, i fumi degli anni '80 e quel chic forzato e bellissimo di un Jack Nicholson sempre in perfetta forma, pazzo, in ogni istante. Ebbene, ai tempi si parlava di un film di Batman, nient'altro. Nolan è invece riuscito a compiere un procedimento diverso, non per forza migliore ma sicuramente più difficile, che è stato quello di cogliere le paure, le emozioni, le forze scatenanti e imperanti del mondo di oggi, della nostra generazione, della crisi stessa che viviamo ( economica e di valori ) e fare incarnare tutto questo in un nome, in una faccia, in una maschera. Per questo dico che parla del nostro tempo, ma prima parliamo dei personaggi.


Dovrei dedicare quasi un post a personaggio per dare a loro quanto gli spetta perché ogni personaggio di questo film ha tanto da dire e tanto su cui poter pensare, per non parlare del fatto che in questo capitolo finale i personaggi sono molti e sempre approfonditi fino al midollo. Partirei proprio dal volto che affronta il Cavaliere Oscuro, il supervillain, il cattivone di turno: Bane. Me lo aspettavo scemo, furioso e praticamente solo un ammasso di muscoli, invece quello dipinto da Nolan viaggia su un livello completamente diverso con una chiave di lettura davvero difficile. Egli incarna la rabbia, il furore, la disperazione del popolo. Non solo gli oppressi, non i poveri, ma i delusi, i disincantati, coloro che sono stufi di vivere e basta. Non si tratta di caos, non si parla di istinti primordiali come quelli di Joker tre anni fa, ma di una furia spaventosa, fagocitante e indomabile ma cosciente. Capace di dare una speranza attraverso la disperazione, in un tripudio di catarsi ed epicità. Bane, qui, diventa il superuomo di Nietzsche, un profeta, una voce che si alza sopra tutti distruggendo ciò che era sicuro, ciò che era dato per certo fino ad allora, senza opprimere, senza offuscare. Ma anzi liberando la mente delle persone e aprendo la strada verso un nuovo ciclo una nuova era. Dietro, aguzza ma non troppo impegnata una Gatta. E' una figura strana quella interpretata da Anne Hathaway, ma spesso coerente. Si vede ma non c'è, esiste solo lei per se stessa, anche se è comunque forzata la sua redenzione. Non voglio diventare troppo esplicito, ma è un personaggio che funziona e rende molto bene, anche se finisce con l'essere sempre al posto giusto nel momento sbagliato. Lei cosa incarna? L'espediente, ma ancora di più l'egoismo umano. Un egoismo fragile sul finire che scema e si confronta, cristallizzandosi, contro la realtà collettiva. Un processo un po'troppo veloce quello, per Nolan, ma necessario. Ci sono poi due personaggi che hanno subito la loro metamorfosi nel secondo capitolo, ma che urlano fortissimo ancora, fino alla fine. Il primo è addirittura morto: Harvy Dent ha lasciato un segno talmente forte nella pellicola precedente che ancora riecheggia nelle foto, nei riferimenti verbali e ogni volta che viene citato. Il disincanto del buono che rimane deluso dalla realtà e lascia le leggi umane affidandosi al caso. Il suo personaggio è uno dei meglio scritti ed è ancora vivida dopo tre anni la sua figura nelle menti della collettività, tanto che in questo film la sua caduta e la bugia su cui si basa il finale de 'Dark Knight' prendono il posto della verità, come se tutto il negativo emerso dopo il passato episodio non sia altro che la base, le fondamente, di questo. Il collegamento è percettibile, ma non è eclatante, fa smarrire un po', depista. Poi c'è l'ispettore Gordon, personalmente il personaggio migliore di tutta la saga. Il vero Eroe, l'uomo di tutti i giorni, il detective che senza famiglia proietta la sua vita verso Gotham con tutte le sue risorse. Un personaggio che ha visto in faccia la distorsione in cui Gotham era caduta e ha protetto, mentendo, ogni cittadino. Colui che spera e ardentemente ci crede fino alla fine, crede nel simbolo, crede nell'eroe, crede nella città. Crede e spera anche se è conscio di tutto il male che questa città è. Ho trovato delle somiglianze tra Gordon ed un nuovo membro del cast, Joseph Gordon-Lewitt che interpreta l'agente Blake. Ebbene, seppure l'agente Blake non può essere descritto col senno di poi, si nota da subito l'intenzione di un passaggio del testimone, come se quella vivacità e volontà che deriva dalla speranza non finisca ma passi ad una nuova generazione. Sicuramente Blake è l'incarnazione della gioventù, tenuta a bada, ma che andrebbe motivata e sinceramente guidata. Guidata.


E poi c'è lui, ovviamente, Il Pipistrello. La paura, il terrore. E' dal primo capitolo che Bruce Wayne deve affrontare le proprie paure, tanto da prendere le vesti del Pipistrello, l'animale che più gli incuteva timore da bambino. La trilogia si chiude con un altro vivido confronto tra l'uomo e la paura. Nel film viene citata la paura della morte che diventa spinta e motore per l'uomo per non morire. Ma la pellicola non parla affatto della paura di morire, essa viene superata con facilità da tutti i personaggi che non temono la morte, ma qualcosa di peggiore. Batman si confronta, qui, con la paura del domani. Gotham intera si confronta con il timore del domani, del tempo che scorre veloce e non risparmia nessuno, e nessuno può fuggire il tempo. Parlo di Batman come Gotham perché Batman è Gotham e Bruce Wayne è solo la visione in scala di un macrouniverso come la città. Metafora dell'umanità contemporanea, Gotham è paralizzata in se stessa e vive un conflitto interiore. Conflitto che brucia ardentemente contro l'economia, attecchito dal terrorismo di informazioni e dalla distruzione truculenta. Un conflitto che, animato dalla disperazione e dalla delusione, non trova appigli e finisce col collassare nel ribaltamento della realtà. Dove la follia sta seduta sul trono di un tribunale e ciò che dovrebbe difendere deve essere difeso, dove la legge non è legge e la non legge diventa verbo. A se stante, a mio parere, al pari di un personaggio o di una tematica, è la colonna sonora firmata da Hans Zimmel. Nella prima parte del film è flebile, si sente appena il suono di diversi strumenti, isolati, sordi. Piano, adagio, incalza incessante, riprendendo tutti i motivi piazzati sin dall'inizio della pellicola e incastrandoli sempre con più foga ed efficacia. La colonna sonora diventa quindi un continuo crescendo armonico che sovrasta tutto nel finale. 


Un finale epico che conclude la trilogia, lasciando sicuramente qualche interrogativo, ma rispondendo a tantissime domande. Batman si ritrova a combattere contro un futuro incerto, senza certezze ma con la sola arma che gli resta, la speranza. Un eroe che non si risparmia e che 'non ha dato tutto, non ancora' alla sua città.


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