lunedì 11 giugno 2012

Project X, il disaster movie sociale

Ve lo ricordate John Belushi vestito da antico greco che inneggiava al 'toga toga toga' ubriaco fradicio e osannato durante una festa da tutti quelli che al college invece lo detestavano? Dopo quasi trentacinque anni si ripropone la stessa minestra con quasi gli stessi ingredienti ma in salsa moderna. Scherzi, Animal House, di cui si parlava prima, ha aperto le porte ad un mondo cinematografico con poche semplici regole: Sfigati, alcol, ragazze.. Megaparty. E tu vai al cinema consapevole che non troverai molto più di un centinaio di migliaio di tette ( dici niente ) e scene grottesche di ragazzini che vogliono alzare la testa.
Anche qui non si sbaglia. Ma partiamo con ordine perché non è diretta la cosa. Inizia il film e neanche ti accorgi che utilizzano lo stile del found footage, cioè del documentario ritrovato e filmato da un personaggio interno alla storia ( Come The Blairwitch Project e Chronicle.. ). Le riprese sono quelle di una camera handy, in effetti neanche l'ho capito il motivo per cui scegliere questo stile. Andrà di moda, occhèi, ma qui davvero non ha senso il modo in cui è girato. C'è uno dei tizi che sembra una specie di maniaco e anche molti nel film sostengono che lo sia. Lui va in giro con una telecamera, si vedrà pochissime volte e sarà davvero poco utile ai fini della trama. Nei momenti di 'solitudine' del protagonista servirà come spalla per far nascere un discorso esplicativo, ma niente di particolare. Il problema è che i tagli, le inquadrature, anche la qualità della telecamera non sono quelli di una handy. C'è più post produzione qui che in Titanic ( ceeerto ). Capisci che sei in una specie di mockumentary/found footage quando uno degli sfigati protagonisti sbatte contro la telecamera con la testa. Azione divertente, sicuro, ma serviva solo allo scopo di far capire il metodo. Partiamo con i personaggi, anche se non è facile come le altre volte, qui  c'è davvero poco da dire, ma tanto da spiegare.


E abbiamo ancora un'altra volta tre sfigati che vogliono passare nel club degli uomini. Il problema è che tutto questo ti viene detto dal trailer. No, è importante, perché non è che vieni introdotto nella vita di un quindicenne e capisci che in fin dei conti è uno sfigatino. No, te lo spiattellano in faccia nei primi cinque minuti, addirittura il padre lo chiama 'sfigato'. E ormai è entrata talmente tanto nella nostra cultura ( sì, cultura ) la situazione del trio sfigato con: il tizio tranquillo che si fa trasportare dagli eventi, il furbastro che però non conta un nulla e lo strano, quello strano forte. Ma il film neanche si sofferma a presentarteli, da per scontato che tu sappia chi siano grazie ai canoni che ormai si sono affermati nelle nostre teste, la cosa che mi ha spaventato di più è che ci riesce bene, mostrando quanto in realtà siamo già dentro tutto questo tunnel sociale e mediatico in cui i nostri nuovi eroi non sono altro che dei Losers.  Neanche la trama vince il premio originalità 2012. Tre amici sfigati che creano una festa per ribaltare la loro situazione nella catena alimentare della patata. La situazione però sfugge un po' di mano e qui che cambia tutto. Quello vedremo da poco prima di metà film fino alla fine è un insieme di gente che balla, gente che sta male, gente che distrugge qualsiasi cosa. C'è una rapida discesa nella degenerazione che porta ad un progressivo cambiamento delle carte in tavola. Sempre più gente arriva alla festa e come animali non tengono conto delle regole di convivenza civile arrivando addirittura ad una sommossa, andando a finire sui giornali. Il tutto ovviamente costellato da una quantità di tette che è decisamente superiore alla media dei film, non che dispiaccia, ma in alcuni casi ci sono delle scene di tette inserite davvero in modo artificioso. Arriva la polizia? Tette. Un tizio sbrocca? Tette


E' bello quanto anche la donna sia stata strumentalizzata su questo tipo di film, storia vecchia eh, è dai tempi di American Pie che però si cerca di dare una svolta romantica. Project X cerca di scimmiottare anche questa tendenza, riuscendoci in modo non troppo persuasivo. Quasi ti dimentichi della ragazza di cui il protagonista è innamorato per via della marea di culi e tette che vedi in ogni fotogramma. Proprio non regge, una storia d'amore in quel bordello non regge. Proprio confrontando American Pie o comunque i classici del genere che hanno fatto crescere generazione ho notato delle differenze colossali e che descrivono benissimo il mutamento sociale che c'è stato tra gli adolescenti anni '90 e quelli di questa generazione. Dio, se mi mancano gli anni 90. Ma a parte i nostalgici, partiamo con le due grosse differenze. La Prima è la MUSICA. Un tempo si sognava di fare casino con i Sum 41 che urlavano 'Still Waiting' o si scappava con sotto i Blink 182, NOFX, tutta la scena pànc ammèricana che ti lasciavano addosso quel senso di estate, di piscina, di luce. Le colonne sonore ai tempi erano davvero felici, spensieratezza allo stato puro. Ora mi si presenta questo nuovo modo di vivere l'adolescenza. Hip Hop nero per quasi tutto il film, mentre nei momenti più concitati elettronica zarrissima o addirittura dub step. Fenomenale il remix di Heads Will Roll degli Yeah Yeah Yeahs. Il punto però è che questa musica associata al mega party fa capire come sia cambiata la mentalità. Un tempo i trasgressivi erano i panchettini tra skate e birra, tra beerpong e qualche stupidaggine senza senso o figure di alta merda. Ora invece i ribelli ascoltano Skrillex, certo, ovvio. Ma passiamo alla seconda va', che è meglio.


Anche questa differenza non è sicuramente positiva, almeno per quanto mi riguarda. Essì perché un tempo in questi film  uno dei protagonisti era sicuramente la droga. L'uso di stupefacenti nei film è sempre stato un cardine che 'ribaltava' la serata o la situazione. Però un tempo al massimo vedevano qualche tizio di una confraternita che si fumava uno spinello, qui abbiamo una vera cascata di ecstasy. Il modo in cui viene scoperta è assolutamente fantastico ( non dico nulla per evitare spoiler ), ma è sicuramente la droga di una generazione molto più vicina alle discoteche piuttosto che alla trasgressione genuina e innocente come quella che vedevamo nei film di una decina di anni fa. E' sicuramente un film molto legato alla generazione che stiamo vivendo, è inutile negarlo. Non si tratta di un film per tutti e a mio parere non riuscirà a lasciare un segno come i suoi predecessori. E' talmente stereotipato da essere quasi troppo particolare. Un concetto difficile, eppure semplicissimo: sono tutte riproposizioni di una generazione legata ai social network, a internet e all'autodistruzione. Quelli che vediamo su schermo sono gli stereotipi che grazie ad internet sono diventati più comuni dei classici ma per lo stesso motivo moriranno molto presto. Quindi Project X non è altro che una proiezione distopica e degenerata di ciò che viviamo in questi anni: musica assordante e ripetitiva, droghe da discoteca, sessualizzazione della vita. Ho scritto Disaster Movie perché quello che succede è davvero un disastro, un'apocalisse creata dallo stesso uomo, anzi, da una generazione degenerata fino al livello di chiudere un nano nel forno ( scena topica, eh ).

3 commenti:

  1. Concordo in pieno su tutta l'analisi, solo un piccolo appunto, Todd Philips è un misogeno, è risaputo, per questo non c'è il lato romantico all'american pie.

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    1. Ma quello che mi ha fatto strano non è la sua assenza ( sarebbe stata motivata dalla misoginia ), ma il volercela mettere a tutti i costi e male, stonando.

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    2. Ottima recensione. Mi hai fatto venire voglia di vedere il film per capire quanto sia davvero cambiata la commedia adolescenziale dai tempi di American Pie. Se è come dici tu, c'è da pensare che stiamo diventando la generazione dei "non più così giovani" da poterci godere a fondo film come questi. Scusa per la nostalgia del commento ma è la prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver finito l'articolo =)

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